02 May 2019

Contro l’ideologia del merito



...Si afferma l’idea che il mercato rappresenti la forma «naturale» di organizzazione della società, sotto forma di ideologia del merito.

A fondare questa ideologia contribuisce il concetto di competenze, una delle parole chiave del lessico costruito intorno al merito.
Poco importa che lo statuto epistemologico di queste bizzarre entità sia insussistente: «le competenze agiscono come dispositivi di disaggregazione, contribuiscono a indebolire i legami sociali e le forme di cooperazione, favoriscono la costruzione di identità individuali competitive sul piano economico e autosufficienti sul piano sociale....

...IL SISTEMA EDUCATIVO subisce una torsione utilitaristica; non più imparare a imparare come
occasione di sviluppo culturale, senza fini immediati, ma apprendere una forma specifica di
comportamento: l’adattamento alle esigenze dell’impresa e a forme specifiche di flessibilità.

La cultura del merito si muove entro il perimetro dello Stato neo-liberale, che agisce in tutte le sue
articolazioni adottando la cultura e le forme organizzative proprie dell’impresa, e contribuisce a
spogliare il modello competitivo delle sue connotazioni ideologiche per offrirlo al senso comune
come derivazione di un «ordine naturale». 

Boarelli, nel suo libro "Contro l'ideologia del merito, Laterza,  ne ricostruisce le principali strategie operative: 
  • la ricerca della trasparenza, che si oppone all’esistenza di luoghi della vita sociale sottratti alla logicadel controllo; 
  • e il processo di vittimizzazione, che riduce la capacità di agire di propria iniziativa, organizzandosi in modo autonomo, cui corrisponde il culto degli «esperti». 
Questi offrendo soluzioni personali ai problemi sociali, medicalizzano la collera individualizzandola e trasformandola in rabbia:la sottraggono a una elaborazione pubblica, incentivando il disimpegno.
A queste si aggiunge la metabolizzazione: «il sistema mediato dal mercato depotenzia ogni fermento che si manifesta al di fuori degli schemi e crea un’atmosfera che agisce come una specie di barriera invisibile che limita tanto il pensiero quanto l’azione» (Mark Fisher). Ancora, la misurazione delle performance e delle competenze, che trasforma i valutati in co-produttori dei processi di valutazione.
INFINE, la sostituzione del conflitto con la competizione, una forma corrotta di conflittualità che
può fare a meno dell’altro reale, sostituito con un grafico o un numero.

L’ideologia del merito compie, insomma, una vera e propria invasione di campo gestita dallo Stato,
che costringe tutti i settori sotto il suo controllo – scuola, università, sanità, pubblica
amministrazione – ad assumere modalità organizzative e gestionali proprie dell’impresa, negando di
fatto le idee di cittadinanza e di uguaglianza.