30 October 2018

Ritorno al 1979... 

I nuovi programmi della scuola media, la geometria: alcune osservazioni e riflessioni sempre valide


I temi dei Nuovi Programmi del 1979” (da ora definiti N.P.) richiamano 3 caratteristiche significative della geometria:

1) La geometria è un modello matematico dello spazio fisico. Cioè gli enti matematici punto, retta, piano, angolo ecc. sono idealizzazioni di punti, rette, piani e angoli fisici e le relazioni che si instaurano tra gli entig eometrici sono molto simili alle relazioni fra i loro corrispondenti fisici.

 2) La geometria, in base all'idea espressa da Klein nel suo Programma di Erlangen del 1872, può essere considerata come lo studio di quelle proprietà delle figure che rimangono invariate quando lo spazio è assoggettato a un gruppodi trasformazioni. Da questo punto di vista lo studio delle figure congruenti, nellageometria piana euclidea, rientra nell'analisi delle isometrie del piano.
3) La geometria è intimamente legata all'algebra. Sin da quando Descartes eFermat inventarono la geometria analitica, sappiamo che i concetti della geometria possono essere espressi sotto forma algebrica. Così un punto del piano euclideo può essere definito come una coppia ordinata (x;y) di numeri reali, una retta nel piano può essere definita dall'equazione della forma ax+by = c e cosi' via. Ovviamente il discorso può essere visto anche in senso opposto: i  concetti algebrici possono cioè essere espressi attraverso concetti geometrici.

 4) Non viene invece preso in dai N.P. l'aspetto della geometria come sistema assiomatico, come sistema cioè in cui vengono poste delle proposizioni primitive, o assiomi, da cui, per deduzione vengono dimostrati i vari teoremi. Questo orientamento dei N.P. trova giustificazioni di carattere: a) epistemologico, b) psico pedagogico.






Per continuare... 


18 October 2018

I mammiferi non possono evolvere facilmente...


Noi stiamo sterminando così rapidamente animali e piante che il meccanismo di difesa dell'evoluzione non può tenere il passo. Una team di ricerca calcola che se gli sforzi di conservazione correnti non migliorano, molte specie di mammiferi diverranno estinte durante le prossime cinque decadi mentre la natura avrà bisogno di 3-5 milioni di anni per recuperare.

Ora sta accadendo la sesta estinzione di massa, ma le estinzioni non sono causate da disastri è causata dalla società umana.Una squadra di ricercatori dell'Università di Aarhus e dell'Università di Gothenburg ha calcolato che le estinzioni stanno muovendosi troppo rapidamente rispetto ai meccanismi di difesa dell'evoluzione.

"Grandi mammiferi, come i megateri e le tigri con i denti a sciabola che si estinsero approssimativamente 10,000 anni, erano estremamente evoluti e specifici.Siccome loro avevano pochi parenti vicini, le loro estinzioni vollero dire che interi rami dell'albero evolutivo della Terra furono tagliati."
"Ci sono centinaia di specie di topi, così loro possono superare alcune estinzioni.C'erano solamente quattro specie di tigre con denti a sciabola: tutte estinte."

"Anche se noi vivemmo una volta in un mondo di giganti: castori giganti, armadilli giganti, cervo gigante ecc., noi ora viviamo in un mondo che in modo crescente è impoverito di grandi specie di mammiferi selvatici. I pochi giganti rimanenti, come rinoceronti ed elefanti sono in pericolo di essere annientati molto rapidamente".

L'articolo originale


07 October 2018

Osservazioni sulla didattica della Matematica

 

Tratto dall'articolo di Marco Sgrignoli - Alias del 6 ottobre 2018


L'autunno è tomato, la scuola è ripresa da un po', e per migliaia di studenti i problemi di matematica sono tornati di attualità. O meglio: i problemi con la matematica, vissuta come scoglio insormontabile, ciclopica fonte di ansia, inutile vessazione. 

Come dar loro torto? L'esperienza scolastica di ognuno di noi è stata costellata di quesiti vessatori e slegati dalla realtà. «La mamma dà a Pierino 10 euro per la spesa. Pierino compra quanto richiesto e torna a casa con un resto di 4 euro. Quanto ha speso Pierino?››. 

Direte: «Ma questo è un normalissimo problema matematico!››. Certainente, e il guaio sta proprio qui: nell'aggettivo «matematico›› che sentiamo il bisogno di afiancare alpiù generale termine «problema››.

Già, perché come «problema» la situazione descritta sopra è davvero poco credibile: che la mamma guardi lo scontrino! 

E se quello sbadato di Pierino l'avesse smarrito? Anche in questo caso il quadro appare troppo roseo per dirsi problematico: le informazioni necessarie sono tutte lì, nero su bianco, la soluzione corretta è chiaramente una sola... 

Davvero , vi trovaste in circostanze simili, riterreste di avere un «problema››?

Qualcosa però sta cambiando nella percezione pubblica della matematica e nella sua didattica. Sempre più esposizioni, libri, film, giochi mettono al centro il lato creativo, se non ricreativo, della disciplina, e spesso mostrandone le traversie storiche ne mostrano l'anima più flessibile e umana, lontanissima da quel detto mai così inesatto : «la matematica non è un'opinione››.

Dall'altro lato, un numero crescente di insegnanti di ogni ordine scolastico focalizzano le loro lezioni sulla componente attiva, dando spazio a un problem-solving più stimolante, aperto al confronto e alla cooperazione tra alunni, a strategie risolutive molteplici nonché a un ricco lavoro di ricerca di informazioni, costruzione di argomentazioni e produzione di convalide anche attraverso i nuovi media.
Fondamentale per la riuscita di questi approcci didattici è la pratica del laboratorio matematico . Sperimentato fin dagli anni Cinquanta da antesignani come Emma Castelnuovo, dal 2010 è al centro delle Indicazioni Nazionali dalla scuola primaria alla secondaria superiore. Se tutti però sappiamo visualizzare facilmente laboratori di fisica, chimica o biologia, immaginare un laboratorio di matematica, disciplina spesso vista come astratta, strettamente deduttiva e slegata dalla pratica sperimentale, può dare qualche grattacapo in più. 

Di che cosa si tratta, dunque?

Nelle parole scelte dall'Unione Matematica Italiana per il documento “Matematica 2003 ”, leggiamo: “Il laboratorio di matematica non è un luogo fisico diverso dalla classe, è piuttosto un insieme strutturato di attività volte alla costruzione di significato degli oggetti matematici. L'ambiente del laboratorio di matematica è in qualche modo assimilabile a quello della bottega rinascimentale, nella quale gli apprendisti imparavano facendo e vedendo fare, comunicando fra loro e con gli esperti". 

Un diverso modo, insomma, di vivere l'ora di matematica, “sporcandosi le mani” con materiali e idee ed esplorando in modo libero il panorama matematico a partire da uno o più quesiti accattivanti.
Se il laboratorio matematico propone una reinvenzione del ruolo dello studente, al tempo stesso anche l'insegnante rimette in gioco la sua funzione. 

Da primo attore e unico dispensatore di conoscenza, si trasforma infatti in regista delle situazioni proposte, attento osservatore delle dinamiche di gruppo, solleticatore di dubbi e- nell'importantissima fase di discussione finale- mediatore e valorizzatore delle diverse strategie emerse, dalle quali con accorta opera di tessitura saprà far emergere concetti condivisi.


“Più che un insegnante servirebbe un supereroe!”, qualcuno potrà obiettare. Ma da qualche anno molteplici iniziative e figure professionali stanno sviluppandosi proprio per supportare i docenti nell'implementazione di attività laboratoriali. I torinesi di Taxi1729 hanno girato l'Italia coi loro laboratori di sensibilizzazione ai rischi del gioco d'azzardo, mentre i bolognesi di ForMATH e i milanesi di Curvilinea si sono fatti conoscere per la partecipazione a manifestazioni scientifiche come Bergamo Scienza e il Festival della Scienza di Genova, sempre più occasione di incontro tra divulgazione scientifica e didattica scolastica. Si tratta di esperienze innovative, spesso portate avanti da giovani free-lancer che conservano un contatto con la realtà accademica. Indicativi in questo senso sono anche gli esempi dei centri Matematita dell'Università Statale di Milano e MatNet-CQIA di quella di Bergamo, da anni promotori di collaborazioni e interventi nelle scuole del territorio che affiancano fornitura di kit didattici, formazione insegnanti e svolgimento di attività di apprendimento collaborativo nelle classi sotto la guida di tutor.
Le rilevazioni OCSE-PISA, condotte nel20 15 nelle 36 economie di libero mercato più avanzate, pur assegnando agli studenti italiani un tutto sommato confortante sedicesimo posto tra i paesi membri per quanto riguarda le abilità matematiche, segnalano come i risultati mostrino ancora una marcata differenza di genere e performance molto scarse nel problem-solving cooperativo di tipo matematico.

 Che il potenziamento della didattica laboratoriale, che mette al centro il lavoro di gruppo e smonta i classici modelli della “studentessa diligente” e dell'”alunno svogliato”, sia la chiave che porterà negli anni venturi a colmare questo divario?

Animazioni originali