Escher...ancora...
Da "Robinson" - 7/12/2025
...Escher era consapevole, che «il bisogno di semplificazione e ordine ci guida lungo la nostra strada e ci ispira in mezzo al caos». E aggiungeva: «l'ordine è ripetizione delle unità; il caos è molteplicità senza ritmo». Con molta fatica, e immaginazione, aveva cercato, e quindi trovato, dentro il caos la ripetizione, dando forma a immagini in cui il caos originario c'è sempre, e tuttavia è ancorato in modo formidabile alla ripetizione medesima: un ordine di reiterazioni che non sopprime il disordine ma se ne avvantaggia, dominandolo.
...All'oscuro di matematica e geometria,.. Escher si dimostra un maestro di iperbolica, traendo in inganno anche i matematici più esperti. Che risultato per uno che a scuola era stato bocciato per due volte e che aveva faticato a trovare un mestiere cui dedicarsi per vivere!
«Il grafico – scrive – è come il merlo che canta sulla cima dell'albero. Ripete più volte la sua canzone, tutta intera a ogni esecuzione», alludendo alla stampa e ristampa delle sue creazioni, che cominciò a vendere solo dopo il 1956.
La sua è un'opera che scandaglia l'inconscio di chi guarda, suggerendo la sensazione che non siamo solo noi a guardare il disegno, ma che il disegno stesso ci osserva. Il segreto, per citare Ortega y Gassett, è che la matematica, quella intuitiva e visiva di Escher, scaturisce dalla poesia e presuppone l'immaginazione.
...Noi non conosciamo lo spazio, ribadisce: «Non lo vediamo, non lo ascoltiamo, non lo sentiamo. Siamo in mezzo a esso, ne facciamo parte, ma non ne sappiamo nulla». Forse è per questo che Escher ha voluto esplorare con i suoi strumenti lo spazio bidimensionale del foglio, aprendolo a una visione ricorsiva, insistita e replicata, che ci permette di vedere spazi altri, spesso assurdi e impraticabili, a quattro o più dimensioni, iperbolici che si possono abitare solo con la creatività e con il pensiero generando in modo paradossale un'emozione che nasce dallo stupore, fonte di conoscenza e insieme di piacere.




