15 June 2018

Un libro interessante:
MATEMATICA E IMMAGINAZIONE NEL RINASCIMENTO

 di Annarita Angelini, Editrice Bibliografica

 

Riporto alcuni brani dell’introduzione:

“Che le arti figurative e la matematica possano intessere un dialogo serrato e produttivo, e che tale dialogo sia reso possibile da un’immaginazione che serve al pittore non meno che al matematico, era però un’idea ben presente nella cultura che va dal Rinascimento a Leibniz.



Aveva preso consistenza presso i pittori italiani tra Quattro e Cinquecento, i quali, alle regole della geometria avevano affidato la rappresentazione prospettica della terza dimensione sul piano. In anticipo sui filosofi della natura e sui matematici, era stata una generazione di artisti colti a cogliere l’opportunità di conferire l’oggettività della costruzione geometrica alla produzione artistica sollevandola tanto dal rango delle arti meccaniche, quanto dalla casuale ripetitività dell’esperienza di bottega.

Sono anzitutto i pittori e i teorici delle arti del disegno – da Alberti a Dürer, da Leonardo a Piero della Francesca, da Brunelleschi a Daniele Barbaro – a realizzare come la «fantasia prendendo alcuno lume dello intelletto habituato nelle mathematice» divenga capace non solo di imitare con verosimiglianza le «opere evidenti di natura, ma anche di manifestare, con la stessa consistenza volumetrica delle cose naturali, figure presenti nell’immaginazione che, dalla mente, attraverso la mano, l’artista trasferisce sulla tela.
(…)
È infatti immediatamente evidente ai perspettivi come sia la fantasia geometrica del matematico a permettere di rappresentare quella terza dimensione che la superficie bidimensionale del quadro non ammette, e di restituire, di conseguenza, un’immagine massimamente realistica che pure altera il dato sensibile. Un’alterazione evidente, ma non arbitraria proprio perché soggetta a una regola, sottoposta com’è alla «briglia» e al «timone» della geometria.












(…)
Scienza è detto quel discorso mentale il quale ha origine da’ suoi ultimi principi, de’ quali in natura null’altra cosa si può trovare che sia parte di essa scienza, come nella quantità continua, cioè la scienza della geometria, la quale, cominciando dalla superficie de’ corpi, si trova avere origine nella linea, termine di essa superficie […] Nessuna umana investigazione si può dimandare vera scienza, se essa non passa per le matematiche dimostrazioni.

 Con questa identificazione della geometria con il valore scientifico del sapere, Leonardo da Vinci inizia il suo Trattato di pittura.

La matematica cessava di essere, o di essere soltanto, una disciplina tra le altre, con una materia propria a sé subiecta (la quantità discreta e continua) e si accreditava (anche) come criterio o come metodo della conoscenza umana in generale. Delle arti figurative e delle tecniche, come sostenevano Leonardo e molti altri artisti a lui contemporanei…”


 Un approfondimento sul ruolo della matematica nel Rinascimento...

Usare Cabri Plus II per studiare la geometria nella realtà: un esempio

Foto originali di Scotto di Clemente G: Monte Oliveto Maggiore.


 

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