Osservazioni sulla didattica della Matematica
Tratto dall'articolo di Marco Sgrignoli - Alias del 6 ottobre 2018
L'autunno è tomato, la scuola è ripresa da un po', e per
migliaia di studenti i problemi di matematica sono tornati di attualità. O meglio: i problemi con la matematica, vissuta come scoglio insormontabile,
ciclopica fonte di ansia, inutile vessazione.
Come dar loro torto? L'esperienza
scolastica di ognuno di noi è stata costellata di quesiti vessatori e slegati
dalla realtà. «La mamma dà a Pierino 10 euro per la spesa. Pierino compra quanto
richiesto e torna a casa con un resto di 4 euro. Quanto ha speso Pierino?››.
Direte: «Ma questo è un normalissimo problema matematico!››. Certainente, e il
guaio sta proprio qui: nell'aggettivo «matematico›› che sentiamo il bisogno di
afiancare alpiù generale termine «problema››.
Già, perché come «problema» la situazione descritta sopra è
davvero poco credibile: che la mamma guardi lo scontrino!
E se quello sbadato
di Pierino l'avesse smarrito? Anche in questo caso il quadro appare troppo
roseo per dirsi problematico: le informazioni necessarie sono tutte lì, nero su
bianco, la soluzione corretta è chiaramente una sola...
Davvero , vi trovaste
in circostanze simili, riterreste di avere un «problema››?
Qualcosa però sta cambiando nella percezione pubblica della
matematica e nella sua didattica. Sempre più esposizioni, libri, film, giochi
mettono al centro il lato creativo, se non ricreativo, della disciplina, e spesso
mostrandone le traversie storiche ne mostrano l'anima più flessibile e umana, lontanissima
da quel detto mai così inesatto : «la matematica non è un'opinione››.
Dall'altro lato, un numero crescente di insegnanti di ogni
ordine scolastico focalizzano le loro lezioni sulla componente attiva, dando
spazio a un problem-solving più stimolante, aperto al confronto e alla cooperazione
tra alunni, a strategie risolutive molteplici nonché a un ricco lavoro di ricerca
di informazioni, costruzione di argomentazioni e produzione di convalide anche
attraverso i nuovi media.
Fondamentale per la riuscita di questi approcci didattici è
la pratica del laboratorio matematico . Sperimentato fin dagli anni Cinquanta
da antesignani come Emma Castelnuovo, dal 2010 è al centro delle Indicazioni
Nazionali dalla scuola primaria alla secondaria superiore. Se tutti però sappiamo
visualizzare facilmente laboratori di fisica, chimica o biologia, immaginare un
laboratorio di matematica, disciplina spesso vista come astratta, strettamente
deduttiva e slegata dalla pratica sperimentale, può dare qualche grattacapo in
più.
Di che cosa si tratta, dunque?
Nelle parole scelte dall'Unione Matematica Italiana per il
documento “Matematica 2003 ”, leggiamo: “Il laboratorio di matematica non è un
luogo fisico diverso dalla classe, è piuttosto un insieme strutturato di
attività volte alla costruzione di significato degli oggetti matematici. L'ambiente
del laboratorio di matematica è in qualche modo assimilabile a quello della bottega
rinascimentale, nella quale gli apprendisti imparavano facendo e vedendo fare, comunicando
fra loro e con gli esperti".
Un diverso modo, insomma, di vivere l'ora di matematica,
“sporcandosi le mani” con materiali e idee ed esplorando in modo libero il panorama
matematico a partire da uno o più quesiti accattivanti.
Se il laboratorio matematico propone una reinvenzione del
ruolo dello studente, al tempo stesso anche l'insegnante rimette in gioco la
sua funzione.
Da primo attore e unico dispensatore di conoscenza, si trasforma
infatti in regista delle situazioni proposte, attento osservatore delle dinamiche
di gruppo, solleticatore di dubbi e- nell'importantissima fase di discussione
finale- mediatore e valorizzatore delle diverse strategie emerse, dalle quali
con accorta opera di tessitura saprà far emergere concetti condivisi.
“Più che un insegnante servirebbe un supereroe!”, qualcuno
potrà obiettare. Ma da qualche anno molteplici iniziative e figure professionali
stanno sviluppandosi proprio per supportare i docenti nell'implementazione di
attività laboratoriali. I torinesi di Taxi1729 hanno girato l'Italia coi loro
laboratori di sensibilizzazione ai rischi del gioco d'azzardo, mentre i bolognesi
di ForMATH e i milanesi di Curvilinea si sono fatti conoscere per la
partecipazione a manifestazioni scientifiche come Bergamo Scienza e il Festival
della Scienza di Genova, sempre più occasione di incontro tra divulgazione scientifica
e didattica scolastica. Si tratta di esperienze innovative, spesso portate avanti
da giovani free-lancer che conservano un contatto con la realtà accademica.
Indicativi in questo senso sono anche gli esempi dei centri Matematita dell'Università
Statale di Milano e MatNet-CQIA di quella di Bergamo, da anni promotori di
collaborazioni e interventi nelle scuole del territorio che affiancano fornitura
di kit didattici, formazione insegnanti e svolgimento di attività di apprendimento
collaborativo nelle classi sotto la guida di tutor.
Le rilevazioni OCSE-PISA, condotte nel20 15 nelle 36 economie
di libero mercato più avanzate, pur assegnando agli studenti italiani un tutto
sommato confortante sedicesimo posto tra i paesi membri per quanto riguarda le
abilità matematiche, segnalano come i risultati mostrino ancora una marcata
differenza di genere e performance molto scarse nel problem-solving cooperativo
di tipo matematico.
Che il potenziamento della didattica laboratoriale, che
mette al centro il lavoro di gruppo e smonta i classici modelli della
“studentessa diligente” e dell'”alunno svogliato”, sia la chiave che porterà
negli anni venturi a colmare questo divario?
Animazioni originali
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