10 April 2019

Leon Battista Alberti: "Ludi Matematici" 

 

Questa opera che Leon Battista Alberti volle dedicare a Meliaduso d’Este, fratello di Leonello d’Este fu scritta tra il 1450 e il 1453.

Perché “giochi matematici” e non piuttosto semplicemente “matematica” o meglio ancora “problemi di geometria e di fisica”, come sarebbe stato più rispondente al contenuto reale dell’opera? Perché promettere al suo destinatario «cose iocundissime » nelle quali «voi prenderete diletto sì in considerarle sì ancora in praticarle e adoperarle»?
(...)
Credo si possa affermare che, in nessun tempo, la matematica sia stata la disciplina più amata nel mondo dell’apprendimento; la storia aneddotica ci insegna come, fin dall’antichità più remota, si sia manifestata una certa qual difficoltà da parte di taluni all’apprendimento della matematica. Valga l’esempio attribuito ad Euclide: «Non vi sono vie regali per la geometria», frase detta scacciando un principe che voleva imparare in fretta e senza sforzi la sua disciplina.
Ciò ha fatto sì che, sotto forma di finti “giochi”, si sviluppasse tutta una serie di testi, sollecitazioni etc. per spingere i giovani ad apprendere la matematica, ad accettarla, se non proprio ad amarla.
(...)
Bisogna invece lodare e riconoscere la duttilità di pensiero, il grande afflato culturale a tutto campo, la padronanza che Leon Battista pone in queste cose, trovandole, come lui dice (o spera?), “iocundissime”. 

È questo che lo rende partecipe di quell’Umanesimo totale di cui è uno degli esponenti più sublimi.




Il libro dell'Alberti è scaricabile da LIBER LIBER.

Il testo da cui sono presi questi brani è di Bruno D'Amore.

Foto originali di G. Scotto di Clemente: Leon Battista Alberti, particolari della chiesa di S.Andrea, Mantova. 

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