26 January 2023

 Fare scatoloni non è un’alternativa alle ore di studio

Il Fatto Quotidiano · 26 gen 2023 · SILVIA TRUZZI

 

Il 21 gennaio di un anno fa moriva in un’azienda in provincia di Udine a 18 anni Lorenzo Parelli, travolto da un tubo metallico durante l’ultimo giorno di stage del suo percorso formativo ...

Il monitoraggio del 2020 dell’unione degli Studenti aveva raccolto i casi limite (soprattutto al Sud dove il tessuto industriale offre meno scelta): dagli studenti nocerini che hanno raccolto pomodori ai liceali addetti alle fotocopie nei Comuni. E oggi?

(...) Le voci raccolte da un articolo de ilfattoquotidiano.it raccontano che, semplicemente, non è cambiato nulla.
Niccolò frequenta un Istituto tecnico tessile a Prato: “Per la prima settimana mi hanno fatto mettere in ordine dei fogli di carta. Dopo 15 giorni ci hanno comunicato che la ditta si sarebbe trasferita. Ci hanno messo a ripulire gli uffici delle segretarie, a svuotare gli scaffali e a fare scatoloni”. Giuseppe frequenta un Istituto tecnico-economico a Busto Arsizio e ha lavorato per due settimane in uno studio di commercialisti: avrebbe dovuto aiutare nelle attività di contabilità, ma si è ritrovato a riordinare il magazzino. Saranno le esperienzepeggiori? Può darsi, ma non c’è dubbio che questo sistema non serve agli studenti, servealle imprese che così hanno a disposizione manodopera gratis.
L’idea efficientista di una scuola in cui s’impara solo ciò che serve è disastrosa. Anche perché s’impara sempremeno. 

Stando all’ultima rilevazione dell’indagine triennale Pisa (acronimo che sta per Programme for International Student Assessment) dell’Ocse, che valuta le competenze essenziali dei 15enni in 79 Paesi, il risultato dell’italia è tragico: solo il 5 per cento dei ragazzi è in grado di rispondere correttamente a domande semplici di comprensione del testo. Altra conferma: la scuola non sblocca l’ascensore sociale, gli istituti sono frequentati da studenti che provengono dallo stesso ambiente socio-economico. Alla faccia della “rimozione degli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana” e dell’uguaglianza tra i cittadini. Per anni abbiamo sentito straparlare di merito ed eccellenze (come se la maggioranza che non primeggia non esistesse) tanto che oggi abbiamo un ministero dell’istruzione e del Merito. Siamo stati un modello nel mondo, ci ritroviamo a essere un Paese di analfabeti, a un livello tanto basso da rendere impossibile l’esercizio della cittadinanza, l’accesso al mercato del lavoro in condizioni di parità per chi parte svantaggiato, l’emancipazione da condizioni di indigenza. Che Merito c’è in una scuola pensata per il lavoro e che non insegna a pensare criticamente?
Gramsci diceva agli operai: “Istruitevi, perché avremo bisogno di tutta la nostra intelligenza”.
 

Un secolo dopo possiamo solo prendere atto della regressione: lavorate invece di studiare.

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